Bvlgari Hotel Milano: “la prima gemma dei Bvlgari Hotels & Resorts”

Quando si trascorre del tempo in un hotel, che sia per qualche ora o per diversi giorni, la soddisfazione delle aspettative è certamente importante ma non è l’unico fattore che conta. 

Come essere umano prima di tutto, per me diventa imprescindibile la necessità di sentire un senso di appartenenza, una connessione a livello emotivo, pur riservando estrema importanza alla mia libertà e indipendenza individuali. 

Ed è proprio il legame con lo staff che mi fa tornare, ancora e ancora, ogni volta che ne ho l’occasione e l’hotel diventa quindi più di un semplice posto dove stare; diventa un luogo di comfort in cui mi sento meglio che a casa.

Gli interni – Bvlgari Hotel Milano

Ho sempre pensato che la capacità di accogliere calorosamente, di mettersi nei panni altrui, di saper ascoltare, di anticipare le emozioni, i bisogni e i desideri, rappresentassero il vero lusso ed è questo che per me fa la differenza, in ogni ambito della vita. Al giorno d’oggi ciò che scarseggia è il tempo e la possibilità di riconnettersi a se stessi e quindi il godimento dipende da un abile abbattimento di tutto ciò che è superfluo, proteggendo l’essenziale. Ed è per questo motivo che l’ambiente in cui scegliamo di stare dovrebbe permetterci di vivere esperienze più stimolanti, aiutandoci a diventare la persona che aspiriamo ad essere.

Autenticità, pura presenza, l’essere raggianti, grazia, integrità, eccellenza. Sono questi i valori sui quali i Bulgari Hotels & Resorts hanno basato il loro ingresso nel mondo dell’ospitalità di lusso. Il 18 maggio 2004 è stato inaugurato il primo Hotel Bvlgari a Milano e da quel momento si è voluto mettere al centro le persone, i loro valori e bisogni autentici. 

Il Bvlgari Hotel Milano sorge all’interno di un giardino privato di quattromila mq vicino all’Orto Botanico, in una delle zone milanesi più prestigiose: lo splendido quartiere di Brera. La posizione e il design, curato dallo Studio di Architettura Antonio Citterio & Partners, ne fanno una vera oasi rigenerante di serenità e il giardino e la SPA, luminosa e accogliente, ne amplificano l’aura di benessere. 

Una volta varcata la soglia si percepisce immediatamente che nulla è stato lasciato al caso e che tutto fa parte di un progetto basato su dettagli assolutamente precisi. Eppure quel servizio impeccabile si inserisce in un ambiente informale che negli anni ha fatto del Bvlgari Hotel Milano un luogo di ritrovo molto richiesto, non solo per i viaggiatori, ma anche per i milanesi che lo hanno scelto per godersi una colazione, un pranzo, un aperitivo o un trattamento estetico.

A prendere le redini del Bvlgari Hotel Milano nel 2019 è stato Vincenzo Falcone, che con grande competenza e lungimiranza ha saputo continuare il lavoro di Attilio Marro, Direttore Generale dal 2004 e oggi impegnato a gestire l’intero gruppo e le nuove aperture.

Intervista a Vincenzo Falcone – Direttore Generale

La tua esperienza come Direttore Generale qui al Bvlgari è iniziata tre anni fa, come ti sei sentito in quella occasione?

Iniziare a lavorare per il gruppo è stato motivo di grande orgoglio. Questo è un albergo iconico seppur ancora giovane. È stato molto bello e molto emozionante con molte sfide anche perché io venivo da un’esperienza molto diversa, da una destinazione di mare. Ma devo dire che ho trovato molte similitudini con un resort pur essendo nel centro di Milano.

Quali sono i valori che vuoi trasmettere nel ruolo di Direttore?

I valori sui quali noi fondiamo il nostro concetto di ospitalità sono l’autenticità, la pura presenza, l’essere raggianti, la grazia e la tradizione di eccellenza ovviamente. Sono tutti valori che messi insieme garantiscono ai nostri clienti un’esperienza unica.

Intervista esclusiva al Direttore Generale Vincenzo Falcone – Ph. Claudia Calegari

Quali sono gli aspetti più importanti sui quali ti sei concentrato nel tuo lavoro quotidiano?

Innanzitutto la genuinità, quindi l’essere davvero autentico e spontaneo in tutte le situazioni. Poi sicuramente per me è importante il dialogo con il team perché questo aiuta a creare dei rapporti umani veri. E infine l’anticipare le necessità e le aspettative dei nostri clienti ma anche delle persone che lavorano con me.

Genuinità e semplicità sono due parole fondamentali per voi. In che modo le trasmettete alle persone che scelgono di trascorrere del tempo qui da voi?

Beh, noi chiediamo al nostro team di essere il più spontaneo possibile con i nostri clienti. Ad esempio, il personale risponde in maniera diversa al telefono, oppure tutti hanno un approccio diverso durante il servizio. Ogni persona ha la sua identità e per noi è importante preservarla.

Se dovessi descrivere con due aggettivi il vostro servizio, quali sarebbero?

Ottima domanda. Io rispondere “impeccabile e informale”. Diciamo che innanzitutto l’ambiente che abbiamo voluto creare aiuta ad essere informali perché desideriamo che i nostri clienti si sentano come se fossero nel loro salotto di casa. Ma ovviamente tutto parte dalla personalità dei nostri ragazzi perché già dalla selezione del personale, noi andiamo a ricercare delle persone che abbiano delle attitudini innate per essere genuini e spontanei. Poi allo stesso tempo prestiamo molto attenzione alla formazione tecnica e quindi il risultato è l’essere “impeccabili e informali”.

Le persone che lavorano qui sono più di centocinquanta, quanto è importante trasmettere al personale un senso di famiglia?

A mio avviso è fondamentale. Se ci pensi, i ragazzi passano qui moltissime ore rispetto a quelle trascorse a casa, perciò è doveroso da parte nostra farli sentire a loro agio, felici e realizzati. Ognuno di noi dev’essere un esempio per gli altri, aiutandoli e valorizzandoli. Per me è importante proteggere la creatività dei miei ragazzi perché spesso le loro idee sono quelle più rilevanti.

A proposito di questo, mi racconti cos’è la Bulgari Experience?

È un progetto pensato per tutto il personale neo assunto, il quale è invitato assieme al partner, o comunque una persona a sua scelta, a vivere da cliente l’hotel per ventiquattro ore. Diamo quindi loro la possibilità di provare i nostri trattamenti nella SPA, la colazione, la cena o qualsiasi nostro servizio. L’obiettivo è quello di far conoscere veramente i nostri valori affinché il personale poi possa a sua volta trasmetterli a nostri clienti.

Il mondo dell’ospitalità in Italia sta cambiando e le strutture ricettive sono viste ormai come luoghi da vivere a trecentosessanta gradi. I milanesi che trascorrono il loro tempo da voi sono moltissimi. Secondo te, per quale motivo vi hanno scelti?

Sicuramente la nostra posizione ci aiuta. Se ci pensi siamo ubicati nel centro di Milano ma allo stesso tempo l’accesso da una strada privata garantisce grande privacy. Il nostro giardino, un vero e proprio polmone verde, trasmette davvero l’idea di essere lontano dalla città. A questo si aggiungono tutti i servizi: l’offerta gastronomica firmata Niko Romito, la SPA con i trattamenti La Mer, la palestra con l’esclusivo Workshop training method di Bvlgari e infine il servizio di parrucchiere curato dal Salone Roberto D’Antonio di Roma.

Il Giardino – Bvlgari Hotel Milano

Quali altri servizi avete deciso di offrire per rendere ancora più unica l’esperienza da voi?

Partiamo dal presupposto che secondo me il lusso dev’essere anche la libertà per i nostri clienti di organizzare la propria giornata come meglio credono, senza dover sottostare a delle limitazioni di tempo. La colazione, ad esempio, è servita ventiquattro ore su ventiquattro. Insomma meno regole imponi ai clienti e più l’esperienza è libera, è vera, come a casa. Poco prima di Natale abbiamo creato un angolo dedicato alla preziosa collezione di cioccolatini artigianali Bvlgari, realizzati utilizzando le migliori qualità di cacao e i più ricercati ingredienti della tradizione italiana.

A breve lanceremo anche “la pasticceria” curata da Niko Romito che interpreterà i dolci tipici della nostra penisola. Organizzeremo una vera e propria bakery e le persone potranno venire a prendere ogni giorno paste o torte da mangiare in famiglia. Prossimamente verrà inaugurata la nuova Bvlgari Suite all’ultimo piano con una vista mozzafiato sullo skyline di Milano.

In questi tre anni quali sono state le tue soddisfazioni più grandi?

Innanzitutto l’aver creato un bellissimo rapporto con il gruppo Bvlgari e con il team. Abbiamo raggiunto risultati importanti e tutti insieme stiamo affrontando questo periodo ricco di sfide ma anche di stimoli.

Quando ti svegli al mattino e sai che devi cominciare una nuova giornata di lavoro, dove trovi la carica e il sorriso che ti contraddistinguono?

La carica me la danno sicuramente il luogo, la passione per il mio lavoro e il lavoro di squadra. La consapevolezza di venire qui e trovare un team di collaboratori pronto a seguirmi nel raggiungimento degli obiettivi mi regala un carica senza eguali.

Intervista a Krishanta Manoj Wettasinghe – Food & beverage manager

Sei qui dall’apertura del 2004, cos’ha significato per te iniziare questa avventura?

Per me è stato davvero importante perché se, ci pensi, questo è stato davvero il primo hotel del gruppo Bvlgari nel mondo. Ho iniziato come Group leader del Food & Beverage e con tanta passione e impegno per questo lavoro sono cresciuto e sono diventato F&B Manager.

Krishanta Manoj Wettasinghe - Ph. Claudia Calegari

Krishanta Manoj Wettasinghe – Ph. Claudia Calegari

Secondo te com’è cambiato questo settore? E oggi i clienti quali aspettative hanno?

Adesso la clientela ricerca la semplicità, il lato umano, il rapporto personale. Insomma tutte quelle cose che non possono essere comprate ma che ti fanno stare bene.

Quali sono le competenze che deve avere il F&B Manager?

Le conoscenze tecniche ovviamente sono alla base del nostro lavoro, sono fondamentali. Ma allo stesso tempo è molto importante la capacità di creare un gruppo di persone intorno a te. Il manager deve saper scegliere i giusti collaboratori. Questo fa sì che si crei un ambiente sano e tutto diventa più semplice da gestire.

Quali sono gli aspetti più importanti da salvaguardare durante un servizio?

Tu lo sai, quando un cliente arriva in un hotel come il nostro, si aspetta che tutto ciò che lo circonda sia perfetto. Ma questo è normale, quasi scontato. Per questo credo che sia il tipo di accoglienza a fare la differenza. La clientela va coccolata prima, durante e dopo il servizio e va soprattutto ringraziata. Nulla di questo dev’essere dato per scontato.

Io credo che sia molto importante ciò che viviamo all’interno di un hotel o di un ristorante, ma parlando di emozioni e sensazioni, spesso ciò che ci portiamo a casa lo è molto di più perché sarà quello a far nascere il desiderio di tornare in quel luogo. Che tipo di ricordo volete creare nelle persone che vengono da voi?

Un piatto buono è fondamentale, un drink ben realizzato anche, ma molte volte pensiamo che questo basti. Oppure che basti la precisione nel servirli. Ma il cliente non si ricorderà mai solo di questo. Lui si ricorderà della persona che lo ha servito e di come questa si è comportata nei suoi confronti. Si deve creare un rapporto autentico tra le parti, rispettoso ma vero. Ed è proprio quel legame che il cliente ricorderà una volta tornato a casa.

Quali sono gli aspetti importanti che hai voluto trasmettere al team? Ponete degli obiettivi da raggiungere? E se è così, chi li raggiunge viene premiato?

Quando noi assumiamo il personale cerchiamo qualcuno che possa andare bene con la nostra filosofia e il nostro modo di lavorare. Noi scegliamo “persone”, solo dopo lavoriamo sulla tecnica. Ed è per questo che abbiamo ideato la Bvlgari Experience per il personale. Se ci pensi, molte volte, quando si è presi dal lavoro, non ci si accorge di alcune cose. Ma se invece si osservano, da cliente, i propri colleghi mentre lavorano, allora a quel punto è possibile accorgersi di piccole sfumature. Quando il personale, vivendo il Bvlgari da cliente, capirà cosa vuol dire sentirsi coccolati allora saprà trasmettere le stesse emozioni a sua volta.


In foto il ristorante del Bulgari Hotel di Milano

Al nostro team ovviamente diamo degli obiettivi. Questo perché prima di tutto ci permette di stimolarli e soprattutto perché così possiamo premiarli. Inoltre abbiamo ideato una piattaforma in cui i clienti possono esprimere le proprie opinioni riguardo al servizio e in cui possono segnalare esattamente il nome della persona che si è occupata di loro. Ci sono messaggi positivi e negativi. Se un cliente si ricorda addirittura come si chiama uno di noi, allora questo vuol dire che davvero quella persona ha creato un bel (o brutto nel peggiore dei casi) ricordo in lui. Allora in questo caso per il collega ci sarà un regalo, un incentivo a fine mese.

Secondo te come si esprime il lusso nel Food & Beverage e qual è lo stile Bvlgari in questo ambito?

Si esprime attraverso la semplicità. Il nostro stile è l’essere impeccabili e informali, in tutto. Generalmente queste due cose non vanno d’accordo perché sono totalmente diverse ma noi lavoriamo ogni giorno per essere così. Noi rispettiamo le necessità, i bisogni dei nostri clienti, non passiamo informazioni. Proteggiamo la nostra clientela.

Hai più volte sottolineato l’importanza di creare un rapporto vero e genuino con i vostri clienti. Allo stesso tempo però hai ribadito che bisogna rispettare i ruoli senza essere invadenti o inappropriati. Come riesci a gestire questo confine?

Molte volte capita che, dopo tanti anni di conoscenza, un cliente diventi un amico: ci esci a mangiare la pizza, ci vai in vacanza con la famiglia ad esempio. Ma io ripeto sempre ai miei ragazzi che è fondamentale capire che quando si ritorna qui al Bvlgari quella persona prima di tutto è cliente da rispettare. È un confine sottilissimo, dobbiamo essere degli psicologi. Noi parliamo di “pura presenza” ai nostri ragazzi e con questa frase vogliamo far capire che bisogna essere pronti a captare tutti i segnali che ci diranno che tipo di distanza mantenere. Tenendo a mente questo, chiunque può garantire un servizio adeguato.

Secondo te qual è la magia del Bvlgari? Perché le persone vi scelgono?

In questi anni siamo riusciti a creare veramente un ambiente familiare, accogliente, genuino e questo grazie alle persone che lavorano qui ogni giorno. La magia si crea quando un luogo offre un servizio impeccabile all’interno di un contesto informale. La location ovviamente aiuta, ma penso sia scontato che un hotel di lusso offra degli ambienti meravigliosi. Se si vuole creare la magia allora bisogna investire sulle persone. E noi ci siamo riusciti, facendo dei Bvlgari Hotels & Resorts un marchio da amare.


In foto il bar del Bulgari Hotel di Milano

Cosa ami del tuo lavoro? Cosa ti spinge a cominciare con il sorriso la tua giornata qui?

Tutto. Per me questo non è un lavoro, è una passione. Io mi alzo, cerco di non prendere subito il cellulare in mano e di fare un po’ di sport, di fare colazione e di dedicarmi alle mie passioni. Poi esco di casa, prendo la macchina, arrivo qui ed entro di nuovo a casa. Non vedo la differenza. Su alcune cose di lavoro mi preparo, ma spesso improvviso perché questo settore è dinamico, non ci si può nascondere dietro a rigidi programmi. Bisogna avere una mente molto aperta e aspettarsi che un programma possa cambiare ogni 5 minuti.

In questi anni quali sono state le tue più grandi soddisfazioni? E al Bvlgari?

Beh, io ho fatto la scuola alberghiera in Sri Lanka e poi ho cominciato a lavorare nell’ufficio contabilità. Dopo due anni ho capito che non era il lavoro per me, non mi dava soddisfazioni. Quindi ho cercato di uscire da quell’ambiente e mi sono recato in Italia e qui ho capito che volevo lavorare nel settore Food & Beverage. Mi sono impegnato, ho imparato la lingua, il pensiero, il modo di comportarsi, le abitudini e poi con grandi difficoltà sono riuscito a trovare lavoro. Ho fatto avanti e indietro per molto tempo finché ho trovato l’amore, mi sono sposato e mi sono trasferito definitivamente in Italia. Ogni giorno il fatto di entrare qui a lavorare mi ricorda di quanto devo essere grato per questo percorso che ho intrapreso. Sono consapevole di quello che sono riuscito a costruire in questi anni insieme ai miei colleghi e della clientela meravigliosa che ci ama. Questo posto mi ha dato tanto, mi ha insegnato tanto e ancora sto imparando, non finisce mai. Noi lavoriamo per il futuro, non copiamo, e anticipiamo i tempi. È un rischio, ma noi siamo così ed è questo che ci differenzia perché il cliente di oggi non sarà mai il cliente di domani. Nel lusso le persone si abituano facilmente e il nostro compito è quello di continuare a sorprenderle.

BULGARI HOTELS & RESORTS: LE NUOVE APERTURE

Un nuovo Bvlgari Hotel aprirà a Parigi nel 2021. Questa sarà un’aggiunta notevole alla Bulgari Hotels and Resorts Collection, che conta già sei proprietà a Milano, Londra, Bali, Pechino, Dubai, Shanghai e che sarà ulteriormente ampliata, tra il 2021 e il 2024, con inaugurazioni a Roma, Mosca, Tokyo e Miami Beach. 

The Bvlgari Ospitalità Italiana Necklace
The Bvlgari Ospitalità Italiana Necklace

In occasione dell’annuncio del progetto Bvlgari Hotel Roma e per celebrare la sua ineguagliabile costellazione di hotel e resort unici ed esclusivi, Bvlgari ha creato un gioiello unico, che riflette l’eccezionale creatività e competenza della leggendaria gioielleria.

In armonia con l’eterna magnificenza della sua città natale, Roma, musa ispiratrice di ciascuna delle sue originali e audaci creazioni, Bvlgari presenta “The Bvlgari Ospitalità Italiana Necklace”, un girocollo Tubogas in oro bianco arricchito con dieci diverse pietre preziose, ognuna delle quali accuratamente abbinata a una delle destinazioni di lusso della collezione Bvlgari Hotels & Resorts. Quest’opera d’arte è un pezzo unico realizzato su ordinazione.

LA COLLABORAZIONE CON LO CHEF NIKO ROMITO 

Dopo le aperture di Pechino, Shanghai e Dubai, lo chef Niko Romito è approdato al Bvlgari Hotel Milano. Il rispetto della cucina italiana è alla base della sua filosofia e il suo intento è stato quello di creare per i Bvlgari Hotels & Resorts un’offerta gastronomica nella quale il protagonista sia il gusto e in cui si percepisca l’essenza del “Made in Italy” in ogni elemento che la compone.

La collaborazione tra Niko Romito e la realtà Bvlgari è uno “sposalizio creativo” perfettamente riuscito perché entrambi hanno la stessa visione: tutto quello che sembra apparentemente semplice, in realtà è il frutto di una ricerca profonda e costante. Il cibo è un’esperienza totale per lo chef Niko e si estende ben oltre ciò che è nel piatto. Fa perno sull’atmosfera, sul servizio, sull’eleganza e soprattutto sul comfort.

Nella creazione dei piatti, lo Chef è partito da un affinamento delle procedure classiche, alla ricerca di un nuovo metodo che esprimesse al meglio la cultura italiana. In questo modo gli ospiti vengono accompagnati in un eccezionale viaggio tra i sapori unici e raffinati della penisola, che include piatti tipici di Niko Romito, come l’ “Antipasto all’Italiana”, e versioni “ricodificate” di classici come la lasagna, il vitello alla milanese, i ravioli di patate con gamberi rossi e seppie, e il tiramisù.

Niko ha ideato personalmente i menu e formato uno ad uno tutti gli Chef alla guida delle location Il Ristorante by Niko Romito presenti nel mondo. Non cessa, tutt’oggi, di supervisionare le cucine dei vari ristoranti, garantendone l’impeccabilità e facendo dono dei suoi consigli e della sua preziosa consulenza.

CHEF NIKO ROMITO

Originario dell’Abruzzo, Niko Romito è rimasto fedele alle sue radici mentre reinventa i sapori dell’Italia con un’audacia e una semplicità che riscrivono le regole della cucina classica. Il suo ristorante Reale a Castel di Sangro ha ottenuto tre stelle Michelin per i suoi straordinari piatti italiani contemporanei.

Lo chef Niko è noto per la sua precisione e maestria e il suo “metodo millimetrico”, sviluppato esclusivamente per Bvlgari Hotels & Resorts, garantisce la “stessa firma e la stessa mano” a tutta l’offerta gastronomica che esprime la cultura, l’eleganza e la vivacità del Made in Italy.

Da agosto 2018, lo Chef Claudio Catino è divenuto il Resident Head Chef de Il Ristorante – Niko Romito al Bvlgari Hotel Milano, vigilando con il suo prezioso contributo sullo standard di eccellenza messo a punto dallo Chef tristellato.

L’INTERVISTA A NIKO E CRISTIANA ROMITO


Niko and Cristiana Romito – Ph. Brambilla Serrani

Che cosa hai pensato quando ti è stato proposta questa collaborazione?

Ero molto contento e felice che un gruppo come Bvlgari avesse pensato a me per un progetto così importante e di respiro mondiale. Se ci pensi la responsabilità che mi stava dando era enorme però allo stesso tempo il ritorno di immagine sarebbe stato incredibile. Grandi emozioni, grande entusiasmo e grande responsabilità ma sopratutto avevo la possibilità di portare nel mondo il mio concetto di cucina italiana partendo dai classici. Ho avuto e ho a disposizione una piattaforma internazionale che mi consente di sintetizzare tutto il lavoro di anni sulla creazione di modelli ripetibili in diversi segmenti di ristorazione. 

E tu Cristiana? Quali erano i tuoi pensieri?

All’inizio diciamo che lo step più importante era la cucina. Successivamente abbiamo spiegato la nostra visione del servizio in sala. Certo si tratta di un’occasione unica che abbiamo accolto con grande entusiasmo. Anche se a livello operativo non sono ovviamente presente in giro per il mondo, posso dire che però tutti i clienti che provano la nostra cucina nei vari Bvlgari vengono poi a trovarci qui a Castel di Sangro e quindi è un pò come se li conoscessi tutti. Quando vengono qui possono vivere davvero la nostra dimensione. 

Avviata la collaborazione, quali sono state le tue prime mosse? Pensavi che la clientela milanese fosse difficile da conquistare?

Non penso che la clientela milanese sia diversa da quella di un tre stelle a Castel di Sangro, anzi. È molto più difficile costruire un menù per il nostro ristorante dove c’è una clientela che decide di venire per vivere un’esperienza gastronomica piuttosto che per delle persone che hanno bisogno di una cucina fatta benissimo ma di un approccio molto semplice e meno creativo che allo stesso tempo però valorizzi e rispetti la materia prima italiana. 

Quindi sicuramente siamo partiti da una cucina che si può mangiare tutti i giorni con il recupero di alcune ricette intramontabili – pensa alla cotoletta, al risotto alla milanese, a un tiramisù – attualizzate però secondo la mia testa e il mio metodo. 

Hai mai dovuto adattare qualche piatto perché magari non era stato compreso?

Ma certo, in tutte le attività che si fanno quando si serve il pubblico è importante capire chi si ha di fronte. Quella è stata la difficoltà più grande perché il mio palato è ovviamente diverso dal tuo, ma non perché uno è migliore o peggiore ma semplicemente perché abbiamo esperienze gastronomiche diverse e siamo nati in territori distinti. Quindi il milanese, che è più legato ad una cucina un pò più morbida, cremosa e dolce, apprezzerebbe di meno i piatti pensati per la Cina. Quindi il mio lavoro principale è stato quello di fare delle piccole modifiche per riuscire ad abbattere il muro tra la nostra cucina e il palato del cliente pur rispettando la nostra filosofia. Questo poi ci ha permesso piano piano di far sì che la clientela si avvicinasse a noi e capisse il nostro metodo.

Bigné alla crema con salsa di cioccolato caldo

Bigné alla crema con salsa di cioccolato caldo

Quali sono i valori più importanti che lo staff del Bvlgari deve trasmettere al cliente finale quando presenta i tuoi piatti?

Oggi secondo me è sempre più importante conoscere la provenienza e la filiera produttiva delle materie prime. Poi perché abbiamo deciso di servire quel piatto e quindi la filosofia che c’è dietro quella trasformazione perché ogni nostro piatto è coerente con l’intero progetto. Questo vuol dire che dev’essere collegato a tutto ciò su cui lavoriamo ogni giorno: leggerezza, diminuzione dei grassi, valorizzazione della materia prima e delle stagionalità, rispetto dei piccoli produttori e del territorio. Ma prima di tutto un piatto dev’essere buono e su questo siamo tutti d’accordo. 

Cristiana, so che alcune persone dello staff del Bvlgari hanno trascorso da voi quasi due settimane, quali insegnamenti hai voluto condividere con loro?

In quattordici giorni siamo riusciti a coinvolgerli totalmente in quella che è la nostra dimensione. Hanno potuto veramente vivere completamente il servizio. Solo così è possibile capire come siamo e quello che trasmettiamo ma anche i rapporti tra di noi. Da lì poi è semplice trarre le proprie conclusioni. Mi rendo conto che le persone che trascorrono del tempo da noi, poi vanno via con una consapevolezza davvero diversa rispetto a quando sono arrivate, che parte dalla cucina fino ad abbracciare la nostra idea di sala.

Io penso che l’accoglienza sia un sesto senso, si può studiare ma credo si tratti di un qualcosa che o si ha dentro oppure non si ha. Bisogno sentirla. La sensibilità e l’empatia con il cliente non si possono imparare. Certo, uno può impostare il servizio come meglio crede ma questo non garantisce la riuscita se parliamo di accoglienza nella sua totalità. 

Antipasto all'italiana - Ph. Brambilla Serrani

Antipasto all’italiana – Ph. Brambilla Serrani

Il lusso non deve diventare sinonimo di freddezza e distaccamento, da noi tutto lo staff deve interagire con l’ospite. Sono autodidatta e quindi non ho mai ricercato quella gerarchia verticale, anzi ho sempre basato il rapporto con i miei ragazzi sulla collaborazione, sul dialogo e sulla fiducia. 

La collaborazione con i vari Hotel del gruppo copre l’intera offerta gastronomica, dalla colazione al dopo cena, quanto è importante questo? 

Allora inizialmente la mia collaborazione copriva solo il menù del ristorante, poi piano piano ci siamo resi conto che l’esperienza deve essere globalizzante per trasmettere la filosofia del progetto. Dal toast alla brioche, alle marmellate, tutto dev’essere coerente. Per me e soprattutto per i clienti che vivono l’albergo a trecentosessanta gradi – ci dormono, fanno colazione, prendono il tè delle cinque e poi cenano – è fondamentale garantire la stessa firma e la stessa mano. Perché sennò il messaggio finale è diverso e si crea solo confusione.

Quali sono state in questi anni le più grandi soddisfazioni per te?

Milano era per me il progetto più difficile perché ho ereditato un ristorante che aveva già quindici anni di storia mentre gli altri sono stati aperti da zero con me. Quindi entrare con un pubblico fidelizzato e cambiare tutta l’offerta con la mia identità all’inizio mi spaventava molto. Mentre devo dire che oggi dopo quasi tre anni la clientela abituale continua a venire ed è molto felice e in più i milanesi che non soggiornano riconoscono nel nostro ristorante un luogo dove vivere un’esperienza gastronomica. 

Un’altra grande soddisfazione – parlando di estero – è il fatto che a Shanghai a sessanta giorni dall’apertura abbiamo preso la stella Michelin. 

Per te quanto sono importanti queste collaborazioni tra realtà stellate (e non solo) e strutture alberghiere?

Io avevo già avuto in passato altre proposte ma non avevo mai accettato perché erano dei progetti limitati alla semplice consulenza. Qui invece si è partiti dall’idea di portare la mia cucina nel mondo collaborando con uno dei marchi più importanti del settore hospitality di lusso. Stiamo parlando quindi in questo caso di un progetto di grande crescita e di sviluppo con una catena alberghiera che ha affidato per la prima volta nella storia della ristorazione tutto il suo modello gastronomico ad una singola persona e ad un’unica testa, volendo inoltre che esso fosse uguale in tutte le sue strutture. Era impossibile per me rifiutare un’offerta che mi dava la possibilità di avere un palcoscenico così, dove la mia identità è ben rispettata e dove si parla di cucina italiana vera senza compromessi. 

Un altro dato importante è che qui non ho mai dovuto dimostrare di saper cucinare, io non dovevo avere il mio riscatto professionale. Avevo già il mio ristorante tristellato e altre realtà, ero già un imprenditore. Il lavoro che ho fatto per i Bvlgari Hotels and Resorts puntava a creare davvero un menù che desse soddisfazione in primis al cliente. Se io ho scelto di inserire la pasta al pomodoro o la cotoletta è perché la creatività in questo caso sta nel ragionamento tecnico di realizzazione di quei piatti. Secondo me questo è il nuovo lusso italiano perché per fare quei piatti bisogna aver seguito tutto un processo di maturazione e di sintesi molto complesso. 

Calamaro al tegame con salsa al pompelmo - Ph. Brambilla Serrani

Calamaro al tegame con salsa al pompelmo – Ph. Brambilla Serrani

Sei nel tuo letto e vedi Niko di vent’anni, che cosa gli dici?

Sicuramente con distacco gli direi di pensare un pò meno al lavoro e di godersi un pò più la vita e i suoi hobby preferiti. Però se parliamo di Niko di vent’anni fa non ascolterebbe. 

Mi piacerebbe riprendere a giocare a tennis e viaggiare per piacere, magari andare in Giappone. 

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