ERIKA FAY NICOLE

Az. Agr. Gravner: “la cura del suolo come punto di partenza”

Erika Grossi con Mateja Gravner

Il rispetto della natura

Ed eccomi ad Oslavia, in compagnia di Mateja Gravner, curiosa di scoprire di più su questa meravigliosa realtà locale che basa tutta la sua filosofia sul rispetto della natura e dell’ambiente.
Le chiedo, innanzi tutto, perché ha scelto di farsi intervistare tra i vigneti. “Perchè sono il punto di partenza e di arrivo di quello che facciamo come produttori di vino. I vigneti sono la rappresentazione concreta di tutti gli sforzi compiuti per salvaguardare l’ambiente e preservarlo dall’impatto della monocultura”.
Vigneti di Gravner
I vigneti

Ridurre l’impatto ambientale

Durante gli ultimi venticinque anni, Josko Gravner, partendo dalla convinzione che questo tipo di sfruttamento del suolo non è naturale, perché la natura ci ha dato abbondanza di biodiversità, ha cercato di ridurre l’impoverimento del suolo causato dai vigneti. Questo percorso è iniziato con la scelta di eliminare tutte le varietà non autoctone, quindi dal 2013 si coltivano solo ribolla e pignolo.
Successivamente, oltre alla pratica dei sovesci, Gravner ha piantato molte altre altre piante per curare e arricchire il terreno. Si va dagli alberi da frutto agli ulivi, passando per le piante meno comuni, come vecchie varietà di albicocchi e ciliegi. “Le monocolture – mi spiega Mateja – in natura non esistono: quando ci sono, sono estremamente patologiche. Tutto questo è l’ideale sia per preservare il terreno che per mettere la vite in una condizione più favorevole, meno stressante”.

I nidi e gli stagni

Preservare l’ambiente per Gravner è davvero tutto: Mateja mi spiega che a un certo punto si è accorta che nelle terre sostavano sempre meno uccelli. L’azienda si è prodigata di installare circa 200 nidi artificiali per consentire agli uccelli di nidificare e visitare le terre, e così è stato.

Nidi artificiali
Nido artificiale

Infine, noto la presenza di meravigliosi laghetti e ne chiedo a Mateja il motivo. Mi risponde che in realtà sono stagni, ma anche loro amano chiamarli laghetti perché è molto più romantico. Mi spiega che ne è stato introdotto almeno uno per ciascun vigneto, perché l’acqua è l’origine della vita.

Negli stagni nascono gli insetti, i girini e molte altre microspecie viventi. Uccelli e altri animali vi si avvicinano per bere e questo, per Gravner, è una sorta di “ringraziamento” alla terra.

Uno degli stagni
Uno degli stagni

Gravner è un’azienda certificata, che lavora senza agenti chimici e per loro è essenziale curare prima di tutto la terra e l’ambiente in cui si vive. “La certificazione – sottolinea Mataje –  più che un fatto burocratico deve essere un atto etico e morale”.

Ho terminato le mie domande, ma ho ancora tanta voglia di esplorare e conoscere. Termino dunque l’intervista e mi faccio guidare in cantina da Mateja.

La video intervista al produttore

 

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